LA NEWSLETTER DI MICHIL
Che bello il mese di dicembre.
Come faremmo, senza dicembre? Forse non potremmo fare questo lavoro che ci è toccato in sorte, o che – ed è ciò che mi auguro – ogni giorno scegliamo di fare.
Riapriamo le porte delle nostre Case di montagna e quella riapertura è ogni volta un momento speciale. Dietro alle porte che si riaprono, alle chiavi che tintinnano in reception, c’è un lavoro lungo, certosino, curato da persone che sono coreografi, sceneggiatori, tessitori del nostro bel teatro. Quanti pensieri, telefonate, riunioni e dettagli che iniziano un anno prima e che alla fine portano al grande momento: quando un ospite attraverserà la soglia.
Dicembre è il mese in cui si aspettano le feste, quelle belle davvero, si fanno bilanci, si aspetta il tempo in famiglia per chi magari è spesso lontano e si fanno progetti per l’anno che verrà. Dicembre, mese delle grandi promesse, momento di passaggio che permette di chiudere i capitoli di un anno che se ne va, ringraziarlo o maltrattarlo, e aprirne poi un altro con riverenza e curiosità.
La riapertura è una grande festa intensa e caotica.
Eccoli i nostri collaboratori, stanno arrivando. È bello ritrovarsi con chi conosciamo da una, cinque e anche trenta stagioni, e sarà bello incontrare, tra i volti nuovi, quegli sguardi che ancora non sanno cosa li aspetta (!). Non per tutti sarà la Casa che avranno sognato, ma per molti può essere un buon rifugio, una roccaforte che darà loro sicurezza, un luogo nel quale impareremo molto gli uni dagli altri.
Arriva sempre qualcuno che non ha mai visto la neve e spesso sono proprio loro a innamorarsi in modo irreversibile delle Dolomiti. Un nostro collaboratore nato e cresciuto al mare, la neve l’aveva vista solo in cartolina: è ancora qui con noi, dopo dodici anni. È questo il potere delle montagne, ti restano addosso. Anche se non ci vai spesso. Quella montagna lì, è una spalla per portare il tempo.
Le Dolomiti sono una cattedrale a cielo aperto. Le vette al mattino si accendono di rosa, la neve attutisce i rumori. In certi ovattati silenzi pare quasi di assistere ad una liturgia: il suono degli sci sulla neve, il crepitio del fuoco, una porta che si apre, il brusio delle voci in sala.
La riapertura delle Case va oltre l’inizio della stagione turistica: è la rinnovata promessa di esserci, ancora una volta, per chi vorrà donare a queste montagne, e a noi, un pezzo del proprio tempo.
Poi ci sono belle novità: il nostro Gran Fodà è diventato parte di Bio Hotels, abbracciando ancora più profondamente un’idea di ospitalità in sintonia con la natura. E accanto al Ladinia da questa stagione c’è una nuova struttura appena ristrutturata, Ciasa Teresa, una Casa appena fuori la Casa, pronta ad accogliere storie nuove. E poi ci sarà un’Olimpiade, di cui non potremo non parlare, nelle serate davanti al caminetto de La Perla, ma anche davanti a quello de La Posta, sotto il cielo diverso della Toscana, perché le nostre Case sono lontane tra loro ma collegate da un’unica idea che va in direzione Bellezza.
La cosa grandiosa di dicembre è che è anche il mese del solstizio d’inverno. È il giorno più breve dell’anno, il trionfo vanaglorioso del buio, eppur breve, perché paradossalmente è proprio lì che qualcosa si capovolge. Dal solstizio in avanti le giornate smettono di accorciarsi e ricominciano, finalmente, a crescere. Ogni giorno guadagniamo un pezzetto di luce in più. Dicembre segna la vittoria della luce.
E ora dicembre finalmente arriva. Subito la festa di Sant’Ambrogio e San Nicolò, poi l’Immacolata; il Natale che si avvicina veloce, San Silvestro che ci sorprende all’improvviso, come se non lo avessimo visto arrivare. E noi, senza rendercene conto, siamo nella frenesia della stagione invernale, presi tra arrivi e partenze, tavoli da preparare, sci da sistemare.
Nel mezzo di questo movimento continuo, che sembra eccentrico ma è organizzatissimo, ci sei tu, che sei il nostro ospite, l’elemento fondamentale di questa nostra vita di accoglienza. Senza di te, le Dolomiti sarebbero certo sempre maestose, ma ci mancherebbe quel dialogo umano che rende tutto reale.
Sì, caro ospite: tu sei l’elemento fondamentale di questa vita di accoglienza. Sei tu che alla fine rendi vive le Case, che dai senso al lavoro di chi non vedi.
Shhh… silenzio.
Ascolta bene: è arrivato dicembre. E con lui, ancora una volta, la possibilità di ricominciare.
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